Stress lavoro-correlato: normativa e strategie di prevenzione

Stress lavoro-correlato: normativa e strategie di prevenzione


Lo stress lavoro-correlato è una delle principali sfide emergenti in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Con l’evolversi del mercato del lavoro e la crescente pressione sulle performance, molte aziende italiane stanno assistendo a un aumento significativo dei casi di stress tra i dipendenti. Questo fenomeno non solo impatta negativamente sulla salute dei lavoratori, ma può anche influenzare la produttività aziendale e aumentare i costi per assenze e turnover.

In questo articolo analizziamo come la normativa italiana affronta lo stress lavoro-correlato e quali sono le migliori strategie che le aziende possono adottare per prevenire questo rischio.

1. Cos’è lo stress lavoro-correlato?

Lo stress lavoro-correlato si verifica quando le richieste dell’ambiente lavorativo superano la capacità di una persona di farvi fronte. Non si tratta semplicemente di stanchezza o fatica temporanea, ma di un processo che può portare a patologie fisiche e mentali, come disturbi cardiovascolari, ansia o depressione.

Secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA), lo stress è la seconda causa di malattie legate al lavoro in Europa. In Italia, la gestione dello stress lavoro-correlato è obbligatoria per tutte le aziende, in conformità al D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro).

2. Il quadro normativo italiano

Il D.Lgs. 81/08, che regola la sicurezza sul lavoro in Italia, include specificamente lo stress lavoro-correlato tra i rischi che il datore di lavoro è tenuto a valutare e prevenire. Il decreto impone alle aziende di eseguire la valutazione del rischio stress lavoro-correlato, integrandola con la valutazione dei rischi generali.

L’articolo 28 del D.Lgs. 81/08 sancisce l’obbligo per le aziende di identificare i rischi legati allo stress sul lavoro e di adottare misure correttive. Non valutare correttamente lo stress lavoro-correlato può portare a sanzioni economiche e penali per il datore di lavoro.

3. Come eseguire una valutazione dello stress lavoro-correlato

La valutazione dello stress lavoro-correlato non si limita alla semplice osservazione dei sintomi tra i dipendenti, ma richiede un processo strutturato che include i seguenti passaggi.

  • Analisi oggettive: raccolta di dati su fattori di rischio come l’eccesso di ore di lavoro, le scadenze ravvicinate, la mancanza di chiarezza nei ruoli e l’assenza di supporto organizzativo.
  • Questionari ai dipendenti: strumenti per sondare il livello di soddisfazione e le preoccupazioni dei lavoratori, con domande sulla gestione del carico di lavoro, sul clima aziendale e sulle relazioni interpersonali.
  • Indicatori indiretti: tassi di assenteismo, turnover, infortuni sul lavoro e malattie professionali possono dare un’idea dello stress presente in azienda.

Una volta conclusa la valutazione, è necessario elaborare un piano d’azione che includa misure preventive e correttive.

4. Strategie per prevenirlo e gestirlo

Una corretta gestione dello stress lavoro-correlato non solo è un obbligo di legge, ma può migliorare significativamente il benessere dei dipendenti e la produttività aziendale. Ecco alcune strategie efficaci.

  • Promuovere una cultura del benessere: incoraggiare la comunicazione aperta tra dipendenti e dirigenti, creare un ambiente di lavoro collaborativo e favorire l’equilibrio tra vita lavorativa e privata.
  • Formazione e supporto psicologico: organizzare sessioni di formazione specifiche sul riconoscimento e la gestione dello stress, nonché offrire supporto psicologico ai dipendenti che ne hanno bisogno.
  • Flessibilità lavorativa: introdurre il telelavoro o il lavoro agile (smart-working) per ridurre la pressione dovuta agli spostamenti e migliorare la gestione del tempo.
  • Riorganizzazione dei compiti e delle responsabilità: evitare il sovraccarico di lavoro, chiarire ruoli e responsabilità e promuovere la delega efficace per ridurre la pressione sui lavoratori.
  • Pianificazione delle pause: garantire che i dipendenti possano prendersi pause regolari durante la giornata, per evitare l’accumulo di fatica e migliorare la concentrazione.

5. Sanzioni per la mancata valutazione dello stress lavoro-correlato

Non rispettare l’obbligo di valutazione dello stress lavoro-correlato può portare a gravi conseguenze per l’azienda. Le sanzioni previste dal D.Lgs. 81/08 possono variare da multe che vanno da alcune migliaia di euro fino alla chiusura temporanea dell’attività in caso di inadempienze gravi. Inoltre, se uno stato di stress non gestito porta a incidenti o malattie sul lavoro, il datore di lavoro potrebbe essere chiamato a rispondere legalmente.

6. I vantaggi di una corretta gestione

Investire nella prevenzione dello stress lavoro-correlato porta benefici tangibili sia per i dipendenti che per l’azienda. Perché?

  • Aumento della produttività: lavoratori meno stressati tendono a essere più concentrati e motivati.
  • Riduzione delle assenze per malattia: prevenire lo stress aiuta a diminuire l’assenteismo.
  • Miglioramento del clima aziendale: un ambiente di lavoro sereno favorisce la collaborazione e il lavoro di squadra.
  • Immagine aziendale positiva: le aziende che si preoccupano del benessere dei propri dipendenti attraggono talenti e migliorano la propria reputazione sul mercato.

Conclusione

La gestione dello stress lavoro-correlato non è solo un obbligo di legge, ma un’opportunità per migliorare il benessere dei dipendenti e aumentare la competitività aziendale. Implementare strategie preventive efficaci può ridurre i costi legati a malattie professionali e assenze, migliorando al contempo la produttività e la soddisfazione dei lavoratori.

Per le aziende italiane, il primo passo è condurre una valutazione accurata dei rischi, seguita da azioni mirate per ridurre lo stress. Con una gestione proattiva e attenta del benessere psicologico, è possibile creare un ambiente di lavoro sano, produttivo e sostenibile nel lungo termine.



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